Negli ultimi anni stiamo assistendo ad un attacco senza precedenti nei confronti dell’istituto sociale più antico ed importante, la famiglia.
Si vorrebbe far passare l’idea di una società in grado di fare a meno del suo mattone fondativo, tale visione distorta della realtà, come è facile immaginare, potrebbe portare a conseguenze devastanti sul piano sociale e politico.
Il pensiero unico ha dapprima trasformato cittadini attenti in bulimici consumatori, per poi, con una progressione impressionante, distruggere uno dopo l’altro tutti i riferimenti della nostra società, dal padre, alla storia, al concetto di autorità civile e religiosa, e per finire con la cancellazione del concetto di uomo maschio, il cui peccato originale è quello di essere di sesso maschile. Lo stesso dicasi per gli uomini di pelle bianca, colpevoli di essere stati nel corso della storia i dominatori del mondo. Questo è a tutti gli effetti una forma di odio che conduce ad un razzismo al contrario, il tutto in un’epoca della storia dominata dalla post verità e dall’odio appunto.
Occorre essere consapevoli che questa è una strada che non può che condurre direttamente alla distruzione della natura stessa dell’uomo, a vantaggio di forme sempre più fluide che cancellano ogni riferimento valoriale, storico e culturale, il tutto in nome di una libertà effimera che non considera un principio fondamentale, il limite.
Tornando alla Famiglia quale nucleo fondante della società, ossia comunità immediata basata sull’amore e sul matrimonio, sulla fiducia, sulla differenza naturale dei sessi e sulla crescita educativa dei figli, occorre fare tutto quello che possiamo per difenderla ed è per questo che le nostre proposte politiche avranno sempre nella famiglia il centro nevralgico della nostra visione di città.
Torino invece con la sua amministrazione Grillina ha portato avanti una politica esattamente in linea con il mainstream ed il pensiero unico dominante, e come ultimo atto prima della definitiva abdicazione, ecco che la Appendino nomina una nuova figura di staff il “Gender City Manager”, e che dovrebbe garantire parità di diritti per le diversità di genere.
I dati su Torino mostrano invece una situazione preoccupante sul tema natalità, -29% nell’ultimo anno, e la risposta qual è? Istituire il manager per l’attuazione delle politiche gender, quando invece tanto ci sarebbe da fare per potenziare politiche di sostegno alle famiglie, alla maternità, sostegno efficiente per la prima infanzia e ai giovani che desiderano costruirsi un futuro.
Ed è per questo che Ferrante De Benedictis, candidato alle prossime amministrative nelle liste di Fratelli d’Italia propone la sostituzione del Gender City Manager con il Family City Manager, “perché solo con politiche attive di sostegno alle famiglie si potrà pensare di rilanciare la città in particolare sul tema delle nascite, tema che rappresenta il più importante indicatore di fiducia nel futuro, e senza fiducia e senza speranza non si potranno gettare le basi della Torino Futura, una città che guardi al futuro con slancio coniugando così politiche di sviluppo sostenibile a politiche di coesione sociale e di sostegno alle famiglie e alle fasce più deboli, anziani su tutti” dichiara De Benedictis.
Niente di più corretto, il mondo ha avuto uno sviluppo epocale grazie alla formazione di famiglie . NESSUNO intende ostacolare ciò che geneticamente famiglia non è . Ma il commento bellissimo di Ferrante è assolutamente da condividere. Complimenti .
Grazie
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